Nel basket femminile moderno, l'idea di giocarsi tutto in 40' è ormai entrata nell'immaginario collettivo: la storia è piena di Gare 5 decisive, per lo scudetto ma non solo, nei caldi mesi dei Playoff.

Un po' meno scontato il concetto oltre un quarant'anni fa: il meccanismo dei Playoff nel nostro basket sarebbe arrivato all'alba degli anni '80 (per la precisione nel campionato 1980/81). La "postseason" in Italia era sempre stato un concetto sfumato e dettato più dall'occasione. Il primo campionato italiano, nel 1924,  viene deciso da una finale in partita secca (tra l'altro disputata alle undici del mattino) con la vittoria del Club Atletico Torino: per oltre un decennio si giocherà con formule simili, tra Final Four, Poule Scudetto e concentramenti nazionali sino al 1938.

Con la nascita del girone unico, si dovrà aspettare oltre 40 anni prima dei Playoff e delle partite da "dentro o fuori"...con qualche eccezione. Recoaro Vicenza e Fiat Torino si giocano lo Scudetto in uno spareggio per due stagioni, quella 1964/65 e la 1966/67. In entrambi i casi vince Vicenza, guidata dal patron Antonio Concato, 58-53 e 51-41. Partite giocate sul filo dei nervi, in cui le vicentine vincono grazie alle sublimi prove di Nidia Pausich (20 la prima gara, 14 la seconda) e Marisa Gentilini (16 la prima volta, 14 la seconda).

Lo spareggio torna, quasi per caso, nella stagione 1979/1980, l'ultima prima dell'introduzione dei Playoff. Si può dire che quella partita fu, di fatto, la nascita ideologica della postseason: e ancora una volta ricorre nella nostra il Fiat Torino, per la terza volta, un modo singolare di entrare nella storia, in quanto coinvolta in ogni assegnazione su partita secca del tricolore. Stavolta però, dopo le due amarissime sconfitte con Vicenza, la squadra piemontese entra come vincente.

Partiamo dall'inizio: Torino è la grande favorita ai nastri di partenza della stagione. La squadra guidata da Bruno Arrigoni aveva appena raccolto il testimone dal grande Geas degli anni '70, vincendo lo Scudetto dell'anno prima sotto il marchio Teksid con un'organico fortissimo. Lidia Gorlin, Wanda Sandon, Rosanna Vergnano e tante altre: una squadra di cui abbiamo già parlato nel nostro special sui 40 anni dal titolo europeo, che sarebbe arrivato proprio nel 1980.

Sulla scena del campionato però, esplode il fenomeno Algida Roma. Dodici mesi prima, Aldo Vitale aveva rilevato i cartellini della prima squadra femminile di Roma, reimpostando la società nella sua struttura e organizzazione: la scelta per l'organico è di impostare una rosa con prospettiva, ma al tempo stesso molto ampia. Nunzia e una giovanissima Roberta Serradimigni (sedici anni) spiccano, le fondamenta del team sono il capitano Antonella Ferrante, Tiziana Timolati, Raffaella Agozzino e Anna Lia Marietti,  mentre dal mercato arrivano le allora poco conosciute under tra cui spicca Stella Campobasso. In panchina a coordinare il tutto Gino Minervini, reduce da un'esperienza molto buona a Schio (promozione in A e comoda salvezza). La squadra viene completata a poche ore dalla chiusura del mercato con...Daniela Citarelli, che si presenta alla società così: «Sono due anni che gioco a pallavolo, ora vorrei riprendere col basket, mi piace di più. Se mi volete, sono libera».
Roma accetta di buon grado, trova il suo pivot e può viaggiare a ritmo spedito. Minervini a inizio stagione era ottimista, ma al tempo stesso realista: «L'ingresso in Poule Scudetto era il nostro obiettivo, il mio premio era fissato in quella prospettiva. Poi mano a mano che le cose andavano avanti e il tempo passava valutavo di esser stato molto fortunato, trovando un gruppo di ragazze molto ricettive. Ci è servito per fare una pallacanestro diversa da quella solita del femminile, giocare un basket veloce».

La squadra romana vola, eccome: 85 punti di media nella prima fase, parecchie teste si girano verso Roma stupefatte. Su "Superbasket" il giornalista Pierluigi Valli nel suo bilancio di fine stagione commenterà: «Hanno reso 9, quando all'inizio dell'anno, sulla carta, la squadra non arrivava al 7». Giocoforza, anche nelle mire dell'Algida qualcosa cambia, a metà Poule Scudetto Minervini dice: «Ora l'obiettivo è cambiato, puntiamo al secondo posto. Certo che se Torino si distrae...».
Il coach sarà profetico: cosa succede? Effettivamente lo squadrone di Arrigoni, complice il doppio impegno in Coppa dei Campioni, fatica un po' più del solito in Italia. Roma, dal canto suo, gioca una stagione impressionante: soltanto sei partite perse a fine anno, due nella Poule Scudetto su 14 partite. Il Fiat Torino non tiene il ritmo delle capitoline lasciando per strada punti importanti, nel derby contro l'Accorsi (76-67) e a Milano contro la GBC (55-53), staccandosi di due punti in classifica: a una giornata dalla fine Roma sarebbe campione d'Italia. Si decide tutto con il match dell'ultima giornata, il 30 marzo, nel mitico Palazzetto di Corso Francia: il Fiat, chiuso il 20 marzo l'impegno europeo, ha però ritrovato entusiasmo e vigore, vince 78-69 e rimanda ogni verdetto alla Spareggio, che viene organizzato in tempo record.

Tre giorni dopo l'ipotetica "Gara 2", decisiva, su campo neutro. La sede scelta è Pesaro, che viene invasa da tutti gli appassionati. In stagione Torino ha vinto sempre, comminando ben quattro ko alle romane. 67-62 e 79-70 in stagione regolare, 63-61 in Poule Scudetto e in più l'ultimo precedente, il più fresco, di cui vi abbiamo già parlato. La squadra piemontese è la grande favorita, l'Algida prova a gettare il cuore oltre l'ostacolo, costretta a superare anche l'assenza di Agozzino, infortunata.

La partita è bellissima, intensa, vibrante: all'intervallo è 45-44 per Torino. Partono male le torinesi, che perdono Sandra Palombarini dopo 5' di gioco, mentre la mossa di Minervini di lanciare in quintetto Marietti (14 punti) sembra pagare ottimi dividendi. Nel momento più complesso per le favorite d'obbligo sale in cattedra Wanda Sandon, sontuoso il suo primo tempo, in cui scardina la zona dell'Algida con una serie mortifera di tiri dall'angolo. Chiuderà a 16, e con lei spiccherà anche la prova da "fighter" di Orietta Grossi, 15 punti. Roma risponde sospinta da Nunzia Serradimigni (14) e dalla classe di "Titti" Timolati (16) ma va sotto nella seconda metà di gioco. Le capitoline sbandano di brutto dopo il quarto fallo (e il successivo quinto) di Nunzia Serradimigni: nel finale proverà la giovanissima Roberta a ridare speranza, con un canestro da veterana per il -3, ma la rimonta si fermerà sul punteggio di 82-81. Vince Torino, quinto e ultimo Scudetto della sua storia: lo fa al termine di un duello bellissimo, contro una grande "sfavorita", che col Fiat finirà però col perdere cinque volte in stagione su cinque tentativi (l'Algida quell'anno chiuse con sei sconfitte, l'unico altro ko a fine ottobre, contro il Geas per 82-78).

Lidia Gorlin è l'MVP: le cronace dell'epoca ce la descrivono festante e quasi liberata da un peso, in campo e poi albergo a Pesaro ad innaffiare tutta la squadra, nessuno escluso, con una bottiglia magnum di Moet Chandon. Lidia aveva superato un ginocchio stirato e un legamento fuori posto, eredità della corsa in Coppa e dell'intensissima gara del 30 marzo, realizzando 27 punti in addirittura 38' di gioco. Un'altra vittoria per lei, l'ultima con il Fiat, prima dell'inizio di un'altra straordinaria epopea, quella degli anni '80 di Vicenza, in cui verrà riscritto un'altra volta il concetto di "leggendario" applicato al basket femminile. E dire che tutto iniziò vent'anni prima quando una Lidia bambina entrò nella palestra della scuola elementare e vide un canestro, chiedendo subito con fare interrogativo: "Che cos'è quello?"...

...Ma questa è un'altra storia.

Spareggio Scudetto (Pesaro, 2 aprile 1980)
Fiat Torino-Algida Roma 82-81 (45-44)
Fiat Torino: Daprà 1, Gorlin 27, Grossi 15, Faccin 6, Montanari 2, Sandon 16, Vergnano 8, Piancastelli 5, Antonione, Palombarini 2. All: Arrigoni.
Algida Roma: N. Serradimigni 14, Campobasso 4, Marietti 14, Citarelli 9, R. Serradimigni 9, Ferrante 8, Raspati 7, Timolati 16, Di Lauro ne. All: Minervini.
Arbitri: Rotondo e Dal Fiume

(Ricostruzione storica e foto da Superbasket Anno III n. 16-18, Giganti del Basket Anno XV n. 3-4. Risultati e statistiche da "Almanacco del basket al femminile" di Massimiliano Mascolo)

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