Dopo aver vinto in Italia con le maglie di Venezia, Taranto e Schio, ed una breve (ma intensa) esperienza in Francia, ha attraversato dalle Alpi al Bosforo per arrivare in Turchia, ad Istanbul, per vestire la gloriosa (e per certi versi iconica) casacca giallonera del Fenerbahce.

Senza perdere l’attitudine ad essere determinante.., e l’abitudine a vincere.

Dopo aver sollevato al cielo la Coppa e brindato alla stagione, ha risposto con la gentilezza che le è propria alle nostre domande:

Festeggiare in una lingua straniera che effetto ti fa? 
“Lo stesso effetto di festeggiare in lingua italiana. Un titolo è un titolo, e più che soffermarmi sulla lingua mi son goduta le emozioni. Tante e suggestive”

Profeta in patria e all’estero. Qual é il segreto del tuo successo? 
“Aver capito quelli che erano i miei limiti e aver provato a superarli, riuscendoci. Alla fine sta tutto lì, più vai avanti più è il soffermarsi sulle piccole cose che fa la differenza.”

È solo un’impressione o andare a giocare oltre confine ha liberato te dal peso di dover sempre dimostrare e, allo stesso tempo, ha fatto aumentare il numero dei tuoi fan?
“È solo un’impressione. Quando vai all’estero devi dimostrare ancora di più, specialmente in una squadra come il Fener, ma era così anche in Francia. Sei staniera e come tale non hai i comfort di avere il posto certo. Uscire dall’Italia mi ha fatto uscire dalla mia zona confortevole e mi ha messo alla prova. A proposito dei fan, non so se ne ho di più o di meno, non ho ben capito come funziona sta cosa dei fan, so solo che molti (non tutti) sono fan solo quando le cose vanno bene. Ma anche questo fa parte del gioco.”

Dove e come festeggerai?
“Resto a Istanbul qualche giorno e poi me ne torno dalle persone che amo, e che mi mancano. Festeggeró cosi: con quelli che considero famiglia. E poi... me ne vado in vacanza!”

Se questo scudetto fosse una canzone?
“Sarebbe sicuramente “my champion” degli alter bridge.”


Area comunicazione LBF
LBF PARTNERS