Paolo Fassina entra nello staff tecnico del Sanga Milano per la stagione 2018-2019. Per lui il compito di seguire il progetto dell'Under 18/serie B.
Coach Paolo Fassina ha alle sue spalle una grande esperienza sia da Capo Allenatore Senior che Giovanile. Ha iniziato la carriera di allenatore nel San Pio X Milano, poi Paderno Dugnano, Usmate, Geas, Robbiano, Biassono, Costa Masnaga, Ivrea, Montichiari, Cantù, Broni e ultimi tre anni ancora al Geas, da assistente “di lusso”, con il quale ha guadagnato la promozione in A1. In tutto sono 4 le Finali nazionali giovanili, con due promozioni dalla B alla A2 e numerosi raduni con nazionali giovanili.

Per prima cosa benvenuto. Perché hai scelto il Sanga? Che cosa hai intravisto in questo nuovo progetto?
Il motivo principale è la sfida tecnica ed agonistica che mi ha proposto Franz Pinotti: preparare al meglio le giocatrici alla transizione, difficile ma importantissima, dal basket giovanile a quello senior.
Cosa pensi di poter dare alle giovani e giovanissime che allenerai? Ma soprattutto quale
atteggiamento vorresti da loro?
Ci deve essere uno scambio chiaro: da parte mia garantisco impegno, rispetto e serietà massima ed altrettanto chiederò loro dal primo minuto di allenamento della stagione all’ultimo. E‘ la condizione necessaria per realizzare il programma di maturazione di singole e gruppo che ho in mente.
Il compito non è facile. Guidare un gruppo perlopiù di 2002, per quanto di talento ma inesperte, a giocare in una serie B Lombarda che raduna ottime ed esperte squadre senior... Si prospetta un anno difficile o è l’inizio di un cammino virtuoso che darà la possibilità a molte di queste ragazze di poter giocare un giorno in serie A?
Entrambe le cose. Non voglio illudere nessuno, sarà un’annata impegnativa ma con ottime prospettive. Ho avuto garanzie sull'attitudine delle atlete al lavoro in palestra e credo che il fatto di essere state allenate da ottimi allenatori in passato ne sia la garanzia migliore. Per fare esperienza bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e credere nelle proprie capacità e, perché no, provare ad immaginarsi giocatrici da serie A potrebbe tradursi da sogno a realtà per alcune di loro.
Cosa significa per te tornare ad allenare un gruppo giovanile?
Ripartire da un gruppo giovanile è una sfida stimolante perché rende necessario ripensare il proprio bagaglio di conoscenze ed adattarlo a delle giovani atlete in maniera graduale ma allo stesso tempo con i tempi giusti per affrontare B e under 18 che sono campionati complementari nell’ottica di crescita della squadra.
Torni finalmente ad allenare nella tua Milano. L’ultima volta fu all’inizio della tua carriera con il San Pio X. Sensazioni particolari? Emozioni?
Allenare a Milano è un valore aggiunto per la scelta che ho fattodi aderire al progetto. Si tratta della città in cui vivo, lavoro e finalmente dopo tanti , tantissimi anni, tornare ad allenare quicredo sia la chiusura di un cerchio che prima o poi ambivo di trovare la possibilità di compiere.
Quali sono, per te, le difficoltà di un movimento femminile che non decolla mai?
Sicuramente il reclutamento è il problema numero uno, il che corrisponde a risorse umane limitate per potere compiere il salto di qualità per un movimento che galleggia da troppi anni.
Quale ricetta, se esiste, deve adottare una società che volesse formare giocatrici dal proprio vivaio?
Avere istruttori validi tecnicamente e motivati per il reclutamento nelle fasce più basse, poi allargare i gruppi sulla base di una proposta tecnica credibile e, laddove possibile, garantire spazio nel roster della prima squadra con inserimento graduale e ponderato rispetto alle richieste tecnico/tattiche che variano da campionato a campionato.
Al Sanga, è noto a tutti, oltre a un lavoro di eccellenza agonistica, c’è molta attenzione a un lavoro di eccellenza in ambito sociale. Cosa ne pensi e come pensi di integrarti in questa visione così particolarmente forte, di una società che ha fatto del lavoro sul proprio territorio una vera missione?
Credo sia il punto centrale del Sanga, il tratto che lo connota in modo più forte e riconoscibile nel mondo del basket e non solo. Ho visto la società crescere negli anni senza mai snaturarsi e questo è importante per chi, come me, crede che lo sport possa essere allo stesso tempo un fenomeno sociale di integrazione e di eccellenza agonistica.
Vuoi dire qualcosa alle tue nuove ragazze?
Potrà essere un anno da vivere con il sorriso sulle labbra e con il sudore sulla fronte, intenso e ricco di emozioni, saranno le nostre scelte a fare in modo che sia davvero così.
Un messaggio per i tifosi e gli appassionati del Sanga?
Si tratta di una squadra giovane che ha bisogno, aldilà dei risultati, di incoraggiamento da parte dei tifosi e degli appassionati e sono sicuro che faremo in modo di farvi divertire, emozionare, anche soffrire, dando il 110% delle nostre forze su ogni campo, in entrambi i campionati che disputeremo.
Grazie Paolo e benvenuto ancora da tutto il Sanga. Le sfide sono da sempre il nostro Pane, come quella di entrare contemporaneamente nel decimo anno consecutivo in serie A2 (2009) e nel ventesimo anno di attività sportiva e sociale (2019): siamo nati il 19 ottobre 1999.

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