Non esiste un manuale per superare le delusioni, e non c’è dubbio che per chi lavora per il basket femminile la perdita di una società, per giunta a stagione in corso, rappresenti un lutto.

Proprio per questo, talvolta, bisogna aspettare qualche giorno prima di parlare, e poi trovare l’energia per ripartire.
“Le energie ma anche le idee, perché la manutenzione degli affetti, laddove gli affetti sono le nostre società, è un dovere per chi come me rappresenta un’istituzione come la Lega Basket Femminile. Dobbiamo ripartire trovando la forza di imparare anche dalla sconfitta, e non c’è dubbio che la rinuncia di Napoli è una sconfitta anche nostra”.

Sono le prime parole che il Presidente Massimo Protani pronuncia da quando, giovedì scorso, Napoli ha annunciato la volontà di ritirarsi dal campionato di Serie A1 dopo 14 partite di campionato, rinunciando nelle ore immediatamente successive al tentativo di “rianimazione” di FIP e LBF e confermando il ritiro il 26 gennaio.
“È la prima società che “perdo” lungo il cammino di questo mio mandato, e pur avendo sulle spalle oltre un trentennio di dirigenza nella pallacanestro femminile non nascondo che la delusione è enorme - prosegue Protani.

“Ma sono consapevole che per quanto io possa essere addolorato per la sorte della Dike Napoli l’unica scelta che io e il mio Consiglio Direttivo abbiamo èquella di andare avanti e di non mollare mai!”

Com’è potuto succedere?
“È giusto chiedercelo ed è giusto accertare le responsabilità, come la FIP ha sottolineato in un comunicato, ma voglio anche andare oltre per cercare il modo per rafforzare il sistema di prevenzione. È arrivato il momento che le istituzioni, FIP, LBF e GIBA, trovino un antidoto affinché non si debba più recitare il “de profundis” di una società e dopo distribuire le colpe ma, piuttosto, che si trovino (e si applichino con rigore) degli strumenti di controllo incrociati tali da costituire una sorta di certificato di “sana e robusta costituzione” per chi si iscrive ad un campionato nazionale. Inoltre, stiamo discutendo di alzare il valore della fideiussione da presentare contestualmente all’iscrizione al campionato”.

Si sta già lavorando in tal senso?
“Nel novembre scorso, in occasione di un seminario fiscale da noi organizzato, seguendo quanto suggerito e fortemente auspicato dal nostro Presidente federale Petrucci, ho chiesto ed ottenuto la presenza attorno ad un tavolo di lavoro dei Presidenti della GIBA, Alessandro Marzoli, e della Associazione Procuratori Sportivi Pallacanestro, Virginio Bernardi, per affrontare il discorso dell’istituzione di un “contratto tipo. Dal dibattito che ne è scaturito con le societàpresenti, è emerso l’obbligo di presentare una liberatoria rilasciata dai propri tesserati (atlete, staff tecnico e staff sanitario) quale documento attestante l’aver onorato in una misura minima del 60% il versamento dei compensi pattuiti alla stipula del contratto; misura minima che sarà elevata al 70% al secondo anno e all’80% a partire dal terzo anno dall’entrata in vigore”.

Una sorta di liberatoria…
“In pratica ogni società sarà tenuta a rilasciare una dichiarazione dell’avvenuta denuncia dei compensi versati”.

Como nel 2012, Faenza al termine del girone di andata del campionato 2012/2013, Taranto nel 2013, Priolo nel 2014, Cus Chieti nel 2014 (alla 7^ giornata di ritorno), Virtus La Spezia nel 2015 (alla 2^ di ritorno), Parma nel 2016, adesso Napoli. Sei società che, ritirandosi, hanno “cancellato” una storia fatta di 22 scudetti, 10 Coppe Italia, 11 Supercoppe Italiane, 3 Coppe Campioni, 3 Coppe Ronchetti e 1 Mundialito. 
Perse 7 squadre in 7 anni, troppe!
“Chi ama questo movimento prova solo dolore di fronte a questo elenco, drammatico, che strappa via intere pagine di storia - prosegue il Presidente. Tuttavia non dobbiamo e non possiamo arrenderci. Lo dobbiamo alle tante società, e continuano ad essere in maggioranza, che riescono a dotarsi di un programma sostenibile e soprattutto a rispettarlo, senza inseguire utopie impossibili da realizzare. La passione deve sempre rappresentare una ragione più valida e più forte di qualsiasi delusione, per non mollare. Dobbiamo restare uniti, noi al nostro interno, con la FIP, con le Atlete e con chi le rappresenta, ed essere propositivi e positivi, e lavorare per fare in modo che non accada più di perdere società lungo il cammino”.

 

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