Appunti dal campo, attraverso un numero, una statistica insieme alle parole di chi è protagonista, per provare ad arrivare ad un pensiero tecnico.

7 su 11 da 3 punti. Vincendo con la sua Civitanova a Bologna. Vincendo di due punti. Segnando il canestro decisivo a 3 secondi dalla fine. Una partita che Ada De Pasquale proprio non dimenticherà.

“Curry fa un po’ meglio di lei”. In questa stagione Ada ha tirato 93 volte da 3 punti. Più di 5 tentativi a partita, esattamente 5.4, ne ha segnati 44. Significa 47.3%. Curry la sorpassa di poco, 48.5%, ma non Steph, è Seth il fratello (meno famoso, perché meno bravo) che a Portland tira con il 48.5%. Ah, Steph tira con il 45.1%.
E i numeri aggiungono ancora: nelle ultime quattro partite Ada tira con il 51.3%, 19 su 37. Anche Seth sta dietro.

“Fiducia”. Una parola. Una parola che si usa. Una parola vera. Una parola che a volte va spiegata. Anche a se stesse. “Le mie compagne sono pronte ad esultare ancora prima che la palla parta dalla mie mani”. Bello. Spinta ad osare. Senza dimenticare che esultano perché sentono che quello è un tiro costruito (“A volte mi aspetto che le avversarie mi facciano tirare meno da 3, ma poi ci pensa Orsili. E’ cosi brava a cercarmi. E trovarmi”) e ad alta percentuale.

“Urlo”. Sono in tre, Ada, Francesca Rosellini e Veronica Dall’Olio. Hanno giocato insieme a Cagliari. Si sono conosciute. Sanno parlarsi. Sanno fare macello (“Come l’estate scorsa a Mikonos”). Sabato a Bologna Francesca era presente a tifare per lei. E Veronica l’aspettava in spogliatoio con un messaggio vocale su Whatsapp. Anzi era un urlo. Lungo come la serie di canestri da tre punti, sette. Un gruppo vero.

“Notte”. La notte accompagna Ada. La tiene sveglia quando a 14 anni riceve la prima convocazione con la Nazionale e non riesce a chiudere occhio dall’eccitazione per due giorni consecutivi. La notte mette timore ad Ada quando deve dormire da sola. “A Civitanova vivevo con Wendy Gaskin, la nostra straniera. Poi è stata tagliata. Per un mese sono rimasta da sola. Un periodo durissimo”. Le sue parole fanno capire che non scherza. Non esagera. “Il momento più brutto la notte. Dormire da sola. Quando mi capitava di svegliarmi, mi alzavo e accendevo ogni luce. Tutte, proprio tutte.” Fa più paura dormire da sole che tirare per vincere, che tirare da 3 punti braccata. “Quando tiro lo scelgo io, dipende da me. La notte mi fa pensare a qualcosa di inaspettato”. Anche se ci sono le stelle.

“Momo'”. Dovunque vada si sente appartenere. “A Civitanova tutte le mie compagne sono della città. Mi sento una di loro. Una momo', come dicono loro.” Pochi libri, pochi fornelli, lo shopping per dedicarsi qualche cosa. “Le scarpe sono la mia mania. Da basket, le Nike Adapt BB il mio prossimo obiettivo”. Ammetto la mia ignoranza domando e scopro siano scarpe che possono adattarsi al piede tramite app. “Ma anche per andare in giro. Esagerando qualche volta. Come le mie Dr. Martens argentate con le borchie. Da tamarra come mi dicono per prendermi in giro”. Ma non vuole provocare con l’abbigliamento. Casomai con lo sguardo, nella vita e sul campo.

 

Marco Crespi

LBF PARTNERS