Antwerp è Anversa. Gent è Gand. Mechelen è Malines.
Come Courtrai è Kortrijk, cambia solo se a leggerlo/scriverlo è un vallone o un fiammingo. Scriviamo queste righe dalle Fiandre, esattamente da Courtrai/Kortrijk, ridente località di 75.000 abitanti che ospita le Azzurre per l'ultimo stage in preparazione all'EuroBasket Women 2019.
Come ci si arriva? Facile. Prendi un aereo per Bruxelles, attendi un pullman quasi due ore perché nel frattempo intorno all'aeroporto si è scatenato un ingorgo colossale e poi ti muovi verso il nord-ovest del Belgio. Verso le Fiandre appunto.
Terra che pronti-via alla mente ti porta la Parigi-Roubaix, la Liegi-Bastogne-Liegi e la Gand-Wevelgem. Storie di classiche senza tempo, di pavé, di polvere, di fango e di forature maledette. Di Francesco Moser e di epica legata al ciclismo.
Le Azzurre hanno voluto questa bicicletta e felici pedalano verso l'Europeo. Incuranti del fatto che per cena la prima sera venga loro proposto un piatto unico di tagliatelle, sugo di pomodoro, pollo e verdure miste. Tutto godibile, se non fosse che dalle nostre parti tutto quel cibo si serve diviso. Meglio se a distanza di qualche minuto, tra l'altro. Poco fa, in Belgio siamo e in Belgio ci adattiamo.
Due partite contro una delle squadre più forti d'Europa, Bronzo due anni fa a Praga, e poi sarà Europeo. In campo per la gara1 di Wevelgem abbiamo ritrovato il talento di Cecilia Zandalasini, fuori dal 30 maggio per una scavigliata in allenamento che ci aveva fatto preoccupare e non poco. L'avvio timoroso, un secondo quarto da incorniciare, 40 minuti di grande autorevolezza macchiati da una serie di ingenuità colossali che ci sono costate la vittoria. Ma ci siamo. Eccome, se ci siamo.
Fiamminghi e Valloni, dicevamo.
I primi sono dislocati a Nord del Belgio: discendenti dei Germani, parlano l'olandese e sono abili commercianti.
I secondi discendono dei Celti, parlano francese e vivono sostanzialmente di acciaio e prodotti tessili.
Tra loro non corre buon sangue, sempre se amate gli eufemismi, e ultimamente solo lo Sport è stato capace di tenere insieme un Paese piccolo ma complicato, quanto a convivenza tra diverse etnie. 
Il peggio è dietro l'angolo. A Schaerbeek, uno dei 19 Comuni della regione di Bruxelles, è nata una struttura scolastica con un muro che separerà i bambini fiamminghi da quelli francofoni. Lo stabile sarà unico, le scuole due: la francofona con 600 alunni e la fiamminga con 250. La struttura avrà un solo cortile di ricreazione ma in mezzo sarà costruita una recinzione alta un metro che separerà i bambini.
Lo strappo? Ha radici economiche. Un tempo la Vallonia era ricca grazie alle miniere, poi quando queste si sono esaurite le Fiandre si sono progressivamente arricchite. Ogni città ha il doppio nome e se sei sul treno non appena si passa il confine Fiandre/Vallonia la lingua dell'annuncio cambia da olandese a francese.
Negli ultimi anni è stato lo sport, e in particolare il calcio col terzo posto al Mondiale 2018, a ricompattare l'identità nazionale. Il Basket Femminile ha fatto la sua parte, se è vero che le 'Cats' più celebri (Wauters, la stella Meesseman e Kim Mestdagh) sono molto note da queste parti.
L'allenatore è Philip Mestdagh, fiammingo. Padre di Hanne e Kim che giocheranno l'Europeo da giovedì. I suoi time-out sono rigorosamente in inglese, come ogni altra comunicazione alla squadra, che è composta da 10 fiamminghe e 2 valloni: allenatore capace ed eccellente stratega, Philip.
Bravissimo a ricomporre la frattura valloni-fiamminghe che in passato aveva impedito alle 'Cats' di presentarsi con l'organico al completo.

Giancarlo Migliola


Ufficio Stampa Fip
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