In vista dell'avvicinamento alla nuova stagione, Lega Basket Femminile fa visita alle giocatrici e alle squadre che stanno preparando il prossimo campionato. Ai microfoni di Mary Sbrissa, mercoledì, la lunga della matricola La Molisana Magnolia Campobasso Carolina Sanchez. Classe 1976, è una delle leader della formazione di coach Sabatelli, con tantissima esperienza all'attivo nel nostro paese. Ecco le sue parole.

Com'è stato questo inizio di stagione?
Va tutto bene, dopo esser arrivata in Italia ho dovuto fare la quarantena prima di lavorare con la squadra, ma mi trovo benissimo, sono felice di stare di nuovo qui per questa sfida che arriva quasi alla fine della mia carriera.

Ventidue stagioni da cestista per te, e adesso un campionato di A1 da protagonista come "cuore" di Campobasso. Ti vengono dati tanti appellativi: senatrice, highlander, bandiera, immortale...qual è il tuo rapporto con questa realtà?
La scorsa stagione è stata bellissima sino allo stop, la gente mi ha fatto sentire come a casa e quando hanno voluto che tornassi sono stata davvero felice. Mi danno tantissimo affetto e questo ti fa lavorare più tranquillo, la gente ti trasmette un'energia positiva. Questo mi spinge a continuare e mi dà qualcosa in più. Mi sono accorta di stare bene, sono sullo stesso ritmo della squadra: sono pronta per l'A1, anche se sarà molto difficile, ho accettato per dare una mano perchè so qual è il mio ruolo nella squadra e voglio solo sorridere, esser felice e stare accanto al team aiutando e dando il mio sostegno dentro e fuori dal campo.

Contro Cagliari una delle tue migliori partite lo scorso febbraio: 37 di valutazione, 21 punti e 15 rimbalzi.
Eh sì, capitano partite del genere. Quando l'anno scorso ho parlato con coach Sabatelli gli ho detto che arrivavo per guadagnarmi il posto, come sarà anche quest'anno per l'A1. Lui mi ha ascoltato, ha annuito e probabilmente alla fine sono anche riuscita a giocare molto più di quanto si aspettassero, il campionato è andato molto bene e sono stata contenta di quello che ho dato per la squadra in tutte le partite. Anche in questa stagione voglio solo aiutare e star sempre positiva: sono felice di stare a questo livello e per me tutto quello che arriva a quest'età è una gioia enorme.

C'è stato un momento in cui non sapevi se tornare in Argentina, nel 2019, poi è arrivata Campobasso: con un progetto in cui sei non solo giocatrice, ma anche allenatrice delle giovanili e scout per l'America Latina. Sarà questo il tuo "dopo"?
Per ora sto imparando, fare l'allenatrice non è facile (e lo so bene perchè sono passata da tanti allenatori) e devo imparare tantissimo. So tante cose come giocatrice, ma per fare l'allenatrice e trasmettere tutto questo ai ragazzi c'è ancora tanto lavoro da fare e molto da imparare. Lo sto facendo, iniziando con l'Under13 maschile di Campobasso.
Per lo scouting sono contenta di quanto stiamo facendo, siamo riuscite a portare giocatrici da fuori che magari quest'anno inizieranno anche il loro percorso in A1. Mi sta piacendo tantissimo questo lavoro: per il "dopo" devo davvero iniziare a pensare da manager, dirigente e allenatrice.

L'anno scorso si parlava di Campobasso come una squadra veloce e di contropiede, quest'anno come sarà?
Siamo cambiate tantissimo, ma la mentalità di gioco di coach Sabatelli è sempre la stessa: difendere e correre. La squadra è giovane, sta iniziando a conoscersi e il gruppo si sta formando bene. Penso che con la stessa testa e la grinta della scorsa stagione, trasmessa dal nostro allenatore, possiamo ripetere questo tipo di gioco quest'anno.

Tra i tuoi idoli argentini c'è Marcelo Nicola. Perchè proprio lui?
Marcelo Nicola è stato il primo giocatore che ho visto arrivata qua in Italia, ai tempi era un nazionale. Lo vedevo uguale a me: faceva l'esterno, il pivot, un po' di tutto. Dopo di lui mi sono immedesimata con Luis Scola: l'ho visto crescere dato che è più giovane di me, mi piace tantissimo il suo gioco e la sua etica del lavoro.

Come sono stati i tre Mondiali giocati con l'Argentina?
Stare tanto tempo in nazionale, a quel livello, è stato duro ma allo stesso momento è stata anche la mia esperienza più bella. Quando inizi a giocare non ti aspetti di arrivare a quel livello, per me il periodo in nazionale è stato molto importante, rappresentare il mio paese è stata la gioia più grande che ho avuto relativamente alla pallacanestro.

In che ruolo ti piace giocare di più? Non sei stata solo un pivot, c'è stato un periodo in cui hai giocato anche da esterna.
Sì, in diverse squadre, come a Priolo dove grazie a coach Santino Coppa ho avuto la fortuna di giocare tanto da 3, avendo modo d'imparare qualcosa di nuovo e di giocare molto più libera. Santino mi ha anche aiutato a migliorare il tiro da tre, e questa è stata una fortuna per la mia carriera perchè potevo ricoprire meglio due posizioni.

Forse ti vedremo così anche in A1, che ne dici?
Vedremo, non sono molto veloce per difendere i 3 ma vediamo come va! (sorride)

(Foto Maurizio Silla - La Molisana Magnolia Campobasso)

LBF PARTNERS