Nella notte italiana tra lunedì 15 e martedì 16 aprile si svolgerà il ventinovesimo Draft nella storia della WNBA. Secondo molti addetti ai lavori si tratterà della classe di giocatrici più promettente di sempre – pur avendo perso due incredibili talenti come Paige Bueckers e Hailey Van Lith – ma il giudice più affidabile in assoluto per questo tipo di giudizi come al solito sarà il parquet. Tanti dibattiti e paragoni che ci permettono di azionare la macchina del tempo per farci viaggiare dal 1997 – anno del primo draft in assoluto, forse il più talentuoso della storia fino ad oggi – al 2014 – l'ultimo considerato degno di nota per i nomi prestigiosi coinvolti al suo interno – facendoci arrivare al presente, quello in cui verrà certamente scritta la storia.

Prima di arrivare a parlare delle giocatrici, ovvero le reali protagoniste di questa splendida notte, è doveroso dare qualche piccola notizia riguardante il Draft. A scegliere con la pick numero uno saranno le Indiana Fever per il secondo anno consecutivo, un fattore non da poco che ha permesso ad altre franchigie di salire sul tetto del mondo: le Seattle Storm nei bienni 2001-2002 (Lauren Jackson e Sue Bird) e 2015-2016 (Jewell Loyd e Breanna Stewart) che portarono a quattro titoli WNBA; le Las Vegas Aces nel biennio 2018-2019 (A'ja Wilson e Jackie Young), sebbene molti aggiungano anche il Draft 2017 (Kelsey Plum) a loro vantaggio in quanto le San Antonio Stars si trasferirono proprio nella città del peccato con la relocation, un trittico che ha portato a due titoli in back-to-back nel 2022 e nel 2023. Da brutto anatroccolo, la città di Indianapolis potrebbe trasformarsi in cigno con la combo Aliyah Boston-Caitlin Clark, un'asse che ha già rivoluzionato l'interesse attorno alla franchigia, passata da una sola copertura sulla TV nazionale a trentasei e da pochi abbonamenti venduti al tutto esaurito per l'intera regular season.

Fatte le doverose premesse siamo pronti a parlare delle quattro giocatrici verosimilmente coinvolte nella Draft Lottery, delle probabili steal di questa classe e di alcuni profili che potremmo vedere in azione in Europa o più da vicino, nel nostro campionato. Il regolamento del Draft WNBA prevede una differenza sostanziale per rendersi eleggibili: le giocatrici provenienti dai college statunitensi devono compiere 22 anni entro il 31 dicembre dell'anno in cui sono state selezionate; le giocatrici internazionali devono invece compierne 20 entro la fine dell'anno in cui vengono scelte.

DRAFT LOTTERY

1ª scelta: Caitlin Clark – Indiana Fever

Descrivere in poche righe questa fuoriclasse è un compito arduo, ma allo stesso tempo identificarla solamente con i record stracciati lungo il corso del suo cammino collegiale sarebbe altrettanto riduttivo. Il prodotto delle Iowa Hawkeyes cambierà la storia della WNBA, così come ha fatto in NCAA, anche se probabilmente potremmo sostenere il fatto che rivoluzionerà il concetto di pallacanestro nella sua forma generale. La città di Indianapolis si sta sfregando le mani all'idea di vederla dominare i parquet della Lega in coppia con la lunga Aliyah Boston; ciò che però sta allettando di più la piazza – e la commissioner senza ombra di dubbio – è l'attenzione mediatica e le entrate economiche che genererà il suo approdo nello stato dell'Indiana, da sempre territorio che vive questo sport in maniera viscerale.

2ª scelta: Cameron Brink – Los Angeles Sparks

La sua “condanna” è stata quella di avere Caitlin Clark tra le giocatrici eleggibili per il Draft, altrimenti staremo parlando di una prima scelta assoluta senza ombra di dubbio. La pivot in uscita da Stanford ha rivoluzionato il concetto di difesa e di two-way player, perché il suo apporto sui due lati del campo è stato semplicemente inarrivabile, oltre ad avere ben pochi eguali nella storia. La franchigia losangelina ha bisogno di ripartire da un volto nuovo dopo l'addio di Nneka Ogwumike e potersi affidare a Brink – giocatrice che ha la benedizione anche di un pluricampione NBA come Stephen Curry – sarà la miglior decisione possibile da prendere. In una terra in cui ci sono state lunghe di un certo calibro come Lisa Leslie e Candace Parker, il testimone da prendere in consegna è certamente importante, ma le spalle sono abbastanza larghe da poter reggere il peso.

3ª scelta: Kamilla Cardoso – Chicago Sky (dalle Phoenix Mercury)

Prima scelta internazionale di questo Draft WNBA con un curriculum però tutto americano, avendo trascorso una stagione a Syracuse e tre con South Carolina. È proprio il suo cammino con le Gamecocks ad averla resa un astro nascente della pallacanestro brasiliana e un futuro perno della Lega americana femminile più famosa al mondo: due titoli NCAA, il secondo arrivato al termine del suo ultimo anno di college con tanto di 'NCAA Tournament Most Outstanding Player', ovvero il premio riservato alla miglior giocatrice della finale del torneo nazionale. A Chicago c'è necessità di rimescolare le carte ed infatti con Cardoso tirerà aria nuova nella “Windy City”, un pezzo da novanta con una personalità tale da entrare sotto pelle ai tifosi e certamente alle dirette avversarie.

4ª scelta: Rickea Jackson – Los Angeles Sparks (dalle Seattle Storm)

Dopo aver scelto la miglior lunga della classe, le Sparks si butteranno probabilmente sulla migliore ala piccola del Draft che per caratteristiche avrà l'ingrato compito di sostituire una bandiera come Nneka Ogwumike. Cinque anni di college trascorsi tra Mississippi State e Tennessee, due delle migliori scuole della nazione capaci di rendere Jackson una scelta al primo giro già nel 2023, ma la sua etica del lavoro – unita alla possibilità di essere scelta più in alto l'anno successivo – le ha fatto decidere di sfruttare l'anno extra per entrare in WNBA con una preparazione migliore. Giocatrice capace di vedere il canestro come poche altre, tenace sui due lati del campo e dotata di quella resilienza tipica di chi viene da una città come Detroit. A Los Angeles possono riprendere a girare le scene, perché la “Walk Of Fame” presto potrebbe dover aggiungere altre due stelle al suo firmamento.

STEAL OF THE DRAFT

Angel Reese: Stiamo parlando senza ombra di dubbio della giocatrice più completa di questo Draft e di un profilo che avrebbe meritato la prima scelta assoluta se si fosse trattato di qualsiasi altro anno. Ma quindi perché la troviamo nelle 'steal', ovvero nelle sorprese? Semplicemente perché il suo carattere difficile e la sua grande esposizione mediatica – non sempre positiva ça va sans dire – la rendono una mina vagante per qualsiasi franchigia che preferirebbe evitare un'altra Liz Cambage nel proprio roster, ma il talento è indiscutibile e trovarla fuori dalla lottery sarebbe un regalo troppo grande per poterlo perdere.

Nyadiew Puoch: Sconosciuta alla maggior parte dei non fruitori, ma gli addetti ai lavori la seguono fin dalla più tenera età. Si tratterà con ogni probabilità della prima giocatrice non proveniente da un college – avendo giocato nel campionato della sua nazione, ovvero quello australiano – ad essere scelta in questo Draft, nonché la più giovane in assoluto essendo nata il 23 giugno 2004. Il suo ruolo varia da ala piccola a guardia, talvolta può occupare anche lo spot di ala grande, questo non le vieta però di sfruttare il suo atletismo e le sue doti per eccellere sui due lati del campo. Punto extra a suo favore: ha speso un'intera stagione al fianco di Lauren Jackson, leggenda delle Seattle Storm.

Charisma Osborne: Il pedigree è quello di un prodotto losangelino fatto e finito visti gli anni trascorsi alla Windward High School e il percorso completo di cinque stagioni a UCLA. Aveva offerte da tutta la nazione prima di entrare in NCAA e l'occasione di venire scelta al Draft già lo scorso anno, ma la sua dedizione e il suo amore per la pallacanestro hanno deciso di farla restare ancora sotto l'egida di coach Cori Close. Miglioramenti costanti, carisma – nomen omen – leadership e un'attitudine difensiva che spesso va a coprire qualche lacuna a livello di decision making; la franchigia che deciderà di sceglierla si metterà in casa un progetto a lungo termine e visti i precedenti, probabilmente si tratterà di quello vincente.

Nika Mühl: Nonostante sia un prodotto di UConn – college famoso per il numero di titoli nazionali conquistati – non è mai riuscita a tagliare la retina a fine stagione, ma la playmaker croata è senza ombra di dubbio la giocatrice più allenabile di questa classe. Difensivamente impeccabile avendo imparato ogni segreto nei suoi anni disputati nella Lega Adriatica, mezzi con cui ha tenuto a bada Caitlin Clark nel primo tempo della semifinale nazionale; tuttavia, è la sua visione di gioco ad aver fatto strabuzzare gli occhi a coach Geno Auriemma, una passatrice d'élite che ha stabilito il record di assist distribuiti nella storia delle Huskies. Un altro prospetto su cui lavorare, soprattutto in fase offensiva, capace però di dare i suoi frutti se coltivato e aspettato con pazienza.

DRAFTED AND STASHED

Alissa Pili: Una forza della natura sotto le plance, la nativa di Anchorage ha disputato cinque anni divisa tra USC e Utah. La chiamata alla fine del primo giro sembra scontata, poiché appare difficile trovare una lunga – fresca di college – in grado di dominare in post e segnare da dietro l'arco. La WNBA però sappiamo essere spietata e con pochi posti a disposizione nei roster delle dodici squadre, perciò non ci stupiremmo se il suo futuro appartenesse a qualche squadra al di qua dell'oceano.

Leila Lacan: Giovanissima, con esperienza sia in campo nazionale sia in campo internazionale, una delle nuove gemme prodotte dalla pallacanestro francese. Appare chiara come il sole una scelta borderline a metà tra la fine del primo giro e l'inizio del secondo visto il talento, così come non sarà una rivelazione se non troverà spazio fin da subito all'interno di una franchigia WNBA. Il salto di qualità è dietro l'angolo e la ragazza transalpina – piena di estimatori in tutta Europa – tornerà con ogni probabilità in Francia per proseguire la sua carriera prima di tornare negli USA.

Marquesha Davis: Tre stagioni con Arkansas e due con Ole Miss – il college che ha prodotto Shakira Austin – hanno permesso a questa guardia di ritagliarsi un proprio spazio all'interno del prossimo draft WNBA. La candidata sembra destinata ad una scelta tra la fine del secondo giro e l'inizio del terzo, il profilo perfetto per fare esperienza nel vecchio continente vista la personalità di cui è dotata. Una scorer di striscia, veloce in transizione e con presenza notevole al ferro, chi la convince a venire qui in Europa potrebbe aver trovato l'elemento giusto per infoltire il proprio roster.

Sara Scalia: Un nome esotico che nelle proiezioni di ESPN dovrebbe riuscire ad entrare nel Draft per il rotto della cuffia, eppure stiamo parlando di una realizzatrice incredibile selezionata per gli Women's All-Star Game della NCAA. Cinque anni all'università tra Minnesota e Indiana, doti balistiche notevoli soprattutto da dietro l'arco e propensione per la lotta a rimbalzo, a cui aggiunge discreti flash da passatrice e un aiuto consistente in difesa. Il nome e il cognome richiamano l'Italia, complice un possibile taglio post Draft, prendere questa ragazza in estate potrebbe rivelarsi un interessante jackpot.

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