Dovendo scrivere di Chicca Macchi si fa sempre fatica a trovare un incipit che non sia banale. Scontato.  

Dire che rientra nel novero delle giocatrici italiane più talentuose di sempre risulta veritiero, ma per certi versi riduttivo. Affermare che è una delle ultime giocatrici tecnicamente in grado di ricoprire con disinvoltura tutti e 5 i ruoli di questo sport ugualmente non renderebbe comunque bene l'idea.

Dire che è decisiva...? Beh, basti pensare al canestro con cui ha deciso gara 5 della finale scudetto contro Ragusa, quando ha preso palla a 10 secondi dalla fine, e dopo una penetrazione nel pitturato ha letteralmente danzato inventandosi un gancio per il quale andrebbe depositato il brevetto.

Dire che è stata "presentata" nel quintetto base in WNBA con la maglia delle Los Angeles Sparks.., dopo che una leggenda come Michael Cooper si era scomodato per portarle il contratto (e la storica canotta gialla) in Italia..., non basta ancora.

Dire che il nostro movimento ha conquistato una campionessa "strappandola" al nuoto, o forse alla pallanuoto, visto che era forte in entrambe le discipline, segna un punto a nostro favore.

Tutte verità che, raccontate singolarmente o nel complesso, comunque non sono sufficienti  per riassumere Chicca Macchi.

Insomma è davvero difficile non essere banali quando si parla di una campionessa di questo livello, di una mente indipendente dentro e fuori del rettangolo parquettato.

Non resta che aggrapparti ai numeri allora, quelli si reali, quelli si importanti nel nostro sport.

Numeri che stanno lì a ricordarci che il mese di aprile di questo 2018, precisamente il 25 aprile, passerà agli annali perchè Chicca Macchi disputerà la sua partita numero 600 in Serie A1 (seconda giocatrice in attività dietro alla compagna di club Raffaella Masciadri, quarta nella classifica di ogni tempo) e, molto probabilmente, supererà la soglia degli 8000 punti realizzati in serie A essendo a quota 7998, quindi ad un solo canestro dalla soglia degli 8000 (quarta nella classifica all time).

Tra il rischio di essere banali e il bisogno di affidarsi alla concretezza dei numeri, in mezzo ci sono i fotogrammi delle sue giocate e della starordonaria capacità di far apparire la pallacanestro uno sport meravigliosamente semplice.

Prima di iniziare la chiacchierata telefonica (surreale per una che con il telefono ha un rapporto conflittuale), lasciamo di nuovo parlare i numeri, sotto forma di palmares (e dintorni):
- 599 presenze in Serie A1;
- 7998 punti realizzati;
- 8 Scudetti;
- 8 Coppe Italia;
- 11 Supercoppe italiana;
- 1 EuroCup;
- 1 Coppa Italia serie A2;
- 5 titoli MVP italiana Lega Basket Femminile;
- 1 partecipazione FIBA All Star Game;
- 2 campionati WNBA disputati con le Los Angeles Sparks;
- 105 presenze e 1285 punti realizzati in Nazionale;
- 36 punti segnati con la maglia azzurra a Izmir con la Bulgaria nel 2004 (record in gara singola per una giocatrice della Nazionale);
- 41 punti segnati in una singola partita in serie A (contro Vicenza il 20 Novembre 2005);
- 52 di valutazione (contro Umbertide il 18 Ottobre 2009).

Guardando la tua carta di identità (noi non lo faremo, è una promessa, ndr), hai la sensazione che si sta facendo tardi troppo in fretta?
"Delle volte ci penso e mi chiedo? Ma come hanno fatto a passare così in fretta questi anni... Mi piace pensare che siano volati perchè quello che faccio mi diverte, e continua a divertirmi".

A proposito di carta di identità..., se ti chiamo Laura...?
"Non rispondo. Ormai sono Chicca da una vita"!

Ti sei definita "vecchia dentro" e sempre "fuori moda", perchè?
"Lo dico sempre, invece che vivere col cellulare sui social preferisco leggere un libro o andare a vedere posti nuovi.., e oggi come oggi se non fai dei selfie col filtro vuol dire che sei out...".

Da poco ti sei convertita a Instagram... Dovessi definirti sei più una Off Line o piuttosto (a)social.., e perchè?
"Direi  (a)socialmente distaccata... La nostra vita è sempre più pubblica, e penso che un minimo di privacy ci voglia, ormai quando incontri una persona sa già tutto di te, non c'e più il piacere di farsi conoscere poco per volta. Io resto fieramente affezionata all'essere "vecchia dentro, fuori moda...", e preferisco aggiornare i miei sensi piuttosto che il mio profilo social".

600 volte in campo in A1, 8000 punti segnati. Quanto contano i numeri per te...?
"Pochissimo e tu ne sai qualcosa, mi hai informato tu che a Napoli avrei raggiunto quota 600 presenze, e io non lo sapevo nemmeno... Già che ci sono, comunque, mi sa che me li gioco: 60 e 80!"

Dalla tua Varese alla Comense, da Ribera e Schio... Ricordi il tuo primo canestro importante? E l'ultimo?
"O signûr, canestri importanti fortunatamente ce ne sono stati, ma sicuramente quello di gara 5 all ultimo secondo che ci ha regalato lo scudetto contro Ragusa non lo potrò mai dimenticare. Un boato che mi è esploso dentro il petto. Correvo a braccia larghe verso le compagne in uno stato di estasi perfetta".
("causalmente" è la foto che abbiamo scelto per presentare questa intervista, ndr)


Tu e gli esami di coscienza... Quanto sei severa con te stessa?
"Tantissimo, talvolta penso troppo, e per questo delle volte ho anche sbagliato perché ho proiettato questo mio modo di essere sugli altri. Ma col tempo ho capito che non siamo tutti uguali, e che anzi questa "diversità" è una possibilità di ulteriore di sorprenderci che ci viene concessa".

Ogni volta che qualcuno ti ha fatto domande sul futuro ha risposto che "ragioni per mesi..., perchè è l'unico modo per divertirsi". Se ti chiedessimo cosa farai l'anno prossimo?
"Giocherò a basket, ovvio!"

E cosa vuoi fare da "grande"?
"L'astronauta! Del resto ho sentito dalle parole del brianzolo Paolo Nespoli (l'astronauta italiano che recentemente è stato nello spazio per 139 giorni, ndr.) che in un futuro molto prossimo potremmo fare una "gita" sulla luna. Tra l'altro a me l'hanno detto spesso di stare sulla luna, quindi dovrei essere facilitata".

Dicono che arriva sempre un giorno nella vita di ognuno di noi in cui saremo più dispiaciuti per le cose che non abbiamo fatto che per quelle che abbiamo fatto. Tu rimpianti ne hai?
"Ho sempre ragionato pensando che  preferisco avere rimorsi piuttosto che rimpianti... Forse l' unico è non essere andata all'estero a giocare per mettermi alla prova, ma quando ne ho avuto la possibilità era appena morta mia mamma, e la mia famiglia vince sempre 1000 a zero con tutto, perciò va bene così".

Hai giocato nelle Sparks con Lisa Leslie, nell'All Star Game FIBA con Diana Taurasi, e in Italia con grandi campionesse straniere e italiane. Anche tu come i bambini hai avuto un modello che ti ha ispirato, o semplicemente ammirazione per una giocatrice?
"Si ho avuto la possibilità di giocare e confrontarmi sempre con grandi campionesse, e ad ognuna di loro ho cercato di rubare qualche cosa. Ma direi che quella che mi ha dato l'imprinting è stata Viviana Ballabio alla Comense. Un'atleta e una persona straordinaria."

Nello sport a fare la differenza è sempre e solo il risultato?
"Bhe' di fatto si, perché è per quello che si gareggia. Anche se, in realtà, strada facendo capisci che è come ti costruisci come persona a fare di te un'atleta migliore o peggiore".

Sarebbe bello farti anche domande banali: tipo la vittoria che ricordi con maggior piacere, la sconfitta più irritante, un canestro segnato ed uno sbagliato..., come ci si rialza...
"Più che domande banali sono domande consuete, ma la premessa è doverosa: dietro tutte queste domande c'è una parola chiave che è sacrificio! Per rispondere dico che la vittoria più piacevole è la già citata conquista dello scudetto con un mio canestro, la sconfitta direi quella nella finale gara5 con Taranto quando ero alla Comense, persi due palloni banali nel finale, mi ha segnato a vita quella cosa. Perdere e vincere fa parte del gioco, ma avere la capacità di ripartire l'anno dopo con la stessa fame, quello fa la differenza! Per tutto il resto c'è MasterCard..."! 

E alla fine, come nelle "interrogazioni", l'immancabile argomento a piacere!
"Posso fare qualcosa tipo "discorso alla nazione", magari a reti unificate?!? Vorrei poter dire a tutte le atlete che cominciano adesso a giocare che questo è uno sport meraviglioso, che toglie tempo e fa sudare, ma che regala soddisfazioni enormi. Però bisogna farlo con amore, con devozione e attitudine, perché quello che fai per raggiungere l'obiettivo, ti rende una persona migliore, in campo e fuori! E per l' amore del cielo, ridete, divertitevi e sbagliate, cadete e rialzatevi in fretta, perché è solo pallacanestro. E' "semplicemente" lo sport più bello del mondo!"

Grazie Chicca, per il tempo che ci hai concesso e per il modo, sempre collaborativo. In un'epoca in cui sembriamo tutti messi su un palcoscenico, e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo,per quanti amano la pallacanestro lo spettacolo resta sempre vederti giocare.


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