La M è l’undicesima lettera dell’alfabeto italiano, la prima se parliamo di pallacanestro.

Almeno questo raccontano alcuni numeri, quali quello relativo alla classifica delle presenze in Serie A1, che vede primatista assoluta Raffaella Masciadri con 667 partite e al terzo posto, dietro Pollini, Chicca Macchi con 618.

Sempre Macchi e Masciadri, ma a posizioni invertite, guidano la classifica delle migliori realizzatrici: la giocatrice della Dike con 8157 punti è quarta nella classifica “all time” (dietro Lawrence, Cooper e Pollini) mentre Masciadri con 6448 punti ha superato di un punto Beverly Smith e attacca la decima posizione dell’attuale coach del Geas, Cinzia Zanotti, distante 234 punti.

Inutile aggiungere che quando parliamo di Macchi e Masciadri parliamo di altri numeri da guinness quali le 873 triple segnate in carriera da “Mascia” o gli 834 assist e i 1360 tiri liberi realizzati da “Chicca”, una che nelle ultime due stagione ha 59/62 dalla lunetta.

Sempre la lettera M comanda anche la classifica dei coach con più panchine all’attivo tra quelli attualmente in A1; non solo, per Nino Molino, “l’uomo dei due mari” avendo vinto il tricolore con Taranto e con Napoli, il derby Battipaglia-Napoli del prossimo 20 gennaio sarà la panchina numero 500 in serie A1.

Sempre tra i coach (ai primi 4 posti ci sono Coppa, Corno, Rossi e Ricchini), Massimo Riga di Torino è a quota 389 e Lollo Serventi di Lucca a 328 panchine.

Vicini alla cifra tonda come presenze sono Giulia Gatti di Lucca e Milica Micovic di Schio, entrambe a quota 298 gare giocate in A1, mentre Francesca Dotto di Schio è a quota 193, al pari di Debora Gonzalez di Napoli.

Angela Gianolla di Ragusa è ad un solo punti da quota 2500 segnati, e a 2 assist da quota 800 in carriera; tra le straniere Jolene Anderson della Reyer è a 5 partite dalla 150esima in A1, con 1896 punti segnati ed uno straordinario 301/596 da 3 punti, e Jillian Harmon di Ragusa a 106 punti da quota 3500.

Non pensiamo, come facevano i pitagorici, che i numeri siano l’essenza di tutte le cose, ma contribuiscono a raccontarci la storia.

Questo si.


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