Per la filosofia di Pitagora nei numeri era nascosta la spiegazione dell'universo perché le cifre – sosteneva il pensatore greco – rappresentano l'elemento di cui è costituita ogni cosa. Per una giocatrice di basket, più semplicemente, il numero è una seconda pelle, il compagno di viaggio di una stagione quando si scende in campo per la partita. E così anche nell'universo dei #fioridacciaio del gruppo La Molisana Magnolia Campobasso la scelta della cifra personale è stata frutto di passione e riflessione: tappa intermedia di un viaggio che ha origini talvolta curiose e bizzarre, altre volte di cuore, altre ancora di necessità o magari legate anche al caso. 
SCELTA CAMPOBASSANA Ad aprire la sequenza rossoblù è il numero tre della veronese Sofia Marangoni. Una cifra che ha accompagnato la giocatrice veneta sin dal suo arrivo in Molise.
«Nelle precedenti stagioni di Techfind Serie A1 tra Parma e Torino – spiega – avevo avuto sempre il 13, anche per cercare di mettermi alle spalle qualche momento poco felice vissuto a conclusione delle annate giovanili. Quando sono venuta a Campobasso, però, questo numero era già ad appannaggio di Laura Želnytė, così essendo in A2, ho deciso di rinunciare alla decina optando per l'unità. E devo dire che, col senno del poi, è una scelta che mi ha ripagato appieno anche perché è un numero semplice, che amo. In più, per una sorta di ritorno alle origini, il tre è un po' un otto spezzato, il numero cioè che utilizzavo nelle giovanili».
DINASTIA CESTISTICA La macedone Matea Nikolikj avrà anche a Campobasso, sulla propria divisa da gioco, l'amato numero sette. «È una cifra importante per me – argomenta – perché è quella con cui era 'impegnata' anche mia madre ed ha fatto compagnia, nel loro percorso, anche a mio nonno e mio cugino. Di fatto è un po' come un membro della nostra famiglia».
INERZIA PELIGNA C'è poi il nove che vestirà sul parquet le intuizioni della playmaker di Sulmona Valentina Bonasia.
«Mi ricordo che, parliamo di otto stagioni fa, era l'unico numero rimasto a disposizione – precisa – e l'ho preso. Da quel momento in poi non l'ho più cambiato. Ma alla base non c'è un motivo vero e proprio».
NO REASON Una linea di pensiero che sposa anche l'ala americana Julie Wojta, pronta a dare il massimo per i supporter rossoblù sotto le insegne del numero dieci, già vestito nella sua esperienza a Broni.
«Ma – avverte la giocatrice statunitense – non c'è un motivo particolare alla base della mia scelta».
SELECCIÓN, MI CORAZON C'è il sentimento d'amore per la sua patria (l'Ecuador) nell'undici con cui la giovanissima Blanca Quiñonez (poco più di quattordici anni) affronterà la sua prima esperienza a livello senior, peraltro in un massimo torneo cestistico.
«L'undici è il numero che mi ha fatto compagnia – rimarca – sin da quando ho iniziato a giocare e soprattutto con la selezione giovanile nazionale dell'Ecuador. Credo che questa cifra mi sia molto gradita anche perché è la stessa del mio idolo cestistico Kyrie Irving».
FAVORITE NUMBER Dopo le diverse tappe in giro per l'Europa e le gare con la nazionale belga (tra cui l'ultimo preolimpico di Ostenda), il tredici sarà il riferimento anche per il 2020/21 per le giocate della pivot Kyara Linskens.
«Non c'è realmente un motivo alla base della scelta di questo numero. So, però, che è il mio preferito e mi ha fatto sempre compagnia nella mia esperienza cestistica», riconosce.
ÚLTIMA LLAMADA Già vista all'opera nella scorsa stagione al PalaVazzieri con il suo quattordici, Carolina Sanchez ha confermato senza mezzi termini il proprio riferimento numerico in quello che è un rapporto di lungo termine nato, però, un po' per necessità.
«Quando ho iniziato il mio percorso nella pallacanestro femminile – ricorda – nel momento in cui sono stati assegnati i numeri sono arrivata in ritardo e, a disposizione, era rimasto solo il quattordici. Da quel momento in poi c'è stato un feeling particolare con quella cifra. Mi è capitato in qualche circostanza di doverlo cambiare perché era il numero del capitano della squadra in cui ero, ma per il resto ho avuto la fortuna di poterci giocare sempre».
DATA DI NASCITA A dispetto di tante considerazioni scaramantiche, Emilia Bove dimostra di essere legatissima al diciassette, cifra rilevante anche (e soprattutto) a livello personale.
«È il giorno della mia data di nascita – spiega – ed è un po' il mio numero fortunato. Prima avevo il quattro ma, a fronte di tante problematiche fisiche, ho scelto di virare su questa cifra e mi auguro continui a regalarmi soddisfazioni».
QUESTIONE DI TAGLIE Il diciotto di Elisa Mancinelli, invece, ha in sé una genesi piuttosto singolare.
«È il numero del mio primo campionato – discetta l'esterna perugina – perché ero la più alta e la divisa della taglia più grande aveva quel numero. Poi il diciotto è anche il giorno della mia data di nascita e ne ho fatto anche il mio numero fortunato tanto da averlo, tra l'altro, tatuato sul mio corpo».
FIRST LOVE C'è un rapporto di simbiosi profonda, invece, tra il ventidue e la guardia Camille Giardina.
«È il numero – asserisce la cestista statunitense – che mi ha accompagnato sin dalle mie prime esperienze cestistiche e mi ha fatto ottenere sempre risultati importanti. E, da giocatrice particolarmente superstiziosa, non l'ho mai abbandonato, tant'è che sono già vent'anni che è parte di me».
SOGNANDO LEBRON La promessa brindisina Giorgia Amatori ha nell'universo Nba un assoluto punto di riferimento e quindi il suo ventitré deriva da un preciso motivo ispiratore.
«È il numero che mi accompagna sin dai miei primi passi nel basket in rosa. Quando mi fu data l'opportunità di scegliere la mia cifra – riconosce – mi sono subito proiettata su questa perché è la stessa del mio giocatore preferito: LeBron James».
SMALL MAMBA Una vera e propria 'venerazione' nei confronti del compianto Kobe Bryant è il motivo per cui Ashley Egwoh vestirà il numero ventiquattro.
«L'ho scelto – ammette – per Kobe Bryant. Del resto, anche su Instagram, il nome del mio account è small_mamba24 in considerazione del suo appellativo di 'black mamba' e del suo numero di gioco».
ARIA NUOVA Un cambiamento di rotta, invece, è alla base del numero venticinque scelto dalla promessa termolese Alessandra Falbo.
«Non c'è un motivo particolare alla base di questa decisione – approfondisce – ma ho deciso di abbondare il sette dell'ultima stagione perché non è stata, per me, un'annata molto fortunata».
MAGIC SAM A chiudere il viaggio tra i numeri selezionati dai #fioridacciaio il trentadue che accompagnerà il percorso di Samantha Ostarello, anche in questo caso una cifra che ha radici lontane ed un'ispirazione Nba.
«Ho sempre scelto il trentadue – spiega la lunga dell'Italbasket – perché era il numero di Magic Johnson. A me è sempre piaciuto il suo gesto tecnico del gancio e, quando ho iniziato a fare pallacanestro, è stato il primo movimento che ho effettuato».

LBF PARTNERS