Il presidente Massimo Protani, il Consiglio Direttivo, il responsabile Marketing Giorgio Pomponi e l’ufficio operativo tutto esprimono il loro profondo cordoglio per la scomparsa di Mimmo Trivelli. 
Di seguito un breve ricordo dell’amico Mimmo.

Qualcuno ha detto che “la morte è una sorpresa che rende inconcepibile il concepibile”.
Una realtà che ti colpisce come un pugno in faccia quando, scorrendo la rassegna ormai “minuto per minuto” delle notizie che rimbalzano dal web, scopri che ci ha lasciato un amico.
Mimmo Trivelli era un amico, ma prima ancora una persona buona. Sempre sorridente, anche quando la vita non gli riservava rose e fiori, sempre pronto a raccontare del suo rapporto speciale con il basket. 
Si perché coach Trivelli al basket ha dedicato la sua vita, iniziando quando non era ancora maggiorenne nella sua Chieti, diventando già a 18 anni capo allenatore delle giovanili. Poi le esperienze da capo allenatore a Roseto, Firenze, Trapani, Ragusa, Porto Sant’Elpidio fino al ritorno a Chieti alla Caffè Mokambo in qualità di direttore tecnico. Tra le più belle soddisfazioni della sua carriera, oltre a numerose promozioni, la conquista della Coppa Italia di Serie A2 femminile alla guida del Cus Chieti, squadra di cui è stato un amatissimo condottiero.
Mimmo Trivelli sapeva unire talento, tecnica e fantasia, ma sopra ogni cosa aveva la capacità di tirare fuori il meglio da coloro che, non a caso, diventavano i suoi giocatori, le sue giocatrici.
Ci ha lasciati “orfani” del suo buon umore, della sua risata inconfondibile, di quel modo che aveva di accarezzarsi la testa alla Marlon Brando nel film “Apocalypse Now”. Ci ha lasciati a 60 anni, improvvisamente, immaturamente.
Ci mancherà Mimmo, mancherà alla pallacanestro la grande umanità del suo essere professionista.

 

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