Quando si racconta la carriera di una giocatrice molto spesso, a torto o a ragione, prima ancora delle doti di leadership si guarda al Palmares.

Nel caso di Laia Palau la scelta non si pone, sia perché da capitana, alla soglia dei 40 anni (li compirà il prossimo 10 settembre), ha guidato, nel senso letterale del termine, la nazionale spagnola a fare il bis (cosa che non accadeva dai tempi dell’Unione Sovietica), giocando un Europeo da 21,7’ di utilizzo medio, 7,3 punti, 3,2 rimbalzi e 4,5 assist di media nelle 6 partite disputate e, ovviamente, tutte vinte.

Per quanto riguarda il Palmares, quello della giocatrice nativa di Barcellona è sontuoso.

Nel suo Paese ha collezionato, a livello di Club:
7 vittorie nella Liga, l’ultima delle quali conquistata con la maglia di Girona proprio nell’ultima stagione; 
4 Copa de la Reina.  

Ai quali aggiunge, nelle esperienze fuori dalla penisola iberica:
2 titoli nella Ligue di Francia;
3 Coppe di Francia;
1 Campuonato in Polonia:
1 Coppa di Polonia;
4 Campionati in Repubblica Ceca;
2 Coppe della Repubblica Ceca.

A livello europeo ha vinto 2 volte l’Eurolega.

È la giocatrice che ha collezionato più presenze con la maglia della Spagna (294 dal 2002 alla finale di domenica), ed ha preso parte a 3 Olimpiadi, 5 Mondiali e 10 Europei, facendo incetta di medaglie:
1 medaglia d’Argento alle Olimpiadi (2016);
1 medaglia d’Argento (2014) e 2 medaglie di Bronzo (2010 e 2018) ai Campionati del Mondo; 
3 medaglia d’Oro (2013, 2017 e 2019), 1 medaglia d’Argento (2007) e 4 medaglie di Bronzo (2003, 2005, 2009 e 2015) ai Campionati Europei.

È l’unica giocatrice non russa non solo sul podio delle più medagliate all’Europeo, con 8 medaglie è dietro Semionova (10) e Soukharnova (9), ed ha superato Stepanova (7).

Cos’altro aggiungere?

Niente, perché per quanto ci riguarda le dita si sono già staccate dalla tastiera per congiungersi nel mani, aperte e distese in un applauso.

E nell’applaudirla nella nostra testa scorrono le immagini di Laia, mentre a fine partita consola il pianto commosso di Astou Ndour, mentre con l’umiltà di un’esordiente riceve la coppa destinata ai Campioni d’Europa, mentre sorride al mondo intero, felice come solo chi è innamorata di quello che fa sa essere.

E se qualcuno, già a partire da oggi, si chiederà cosa farà domani Laia Palau, ci piace pensare ad una frase di una canzone di un cantautore/poeta, catalano come lei, Juan Manuel Serràt: “Mañana es sólo un adverbio de tiempo”.

 

FOTO: fiba.com

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