E' passato qualche giorno dal trionfo di Klatovy ma l'eco per l'Oro riportato a casa dalla Nazionale Under 20 non accenna a spegnersi. Ne abbiamo parlato con Sandro Orlando, allenatore che alla guida di questo gruppo ha collezionato un quarto posto nel 2017 e il primo di quest'anno. 

Come si vince un Europeo e soprattuto come si vince un Europeo partendo 0-2?

"Con la crescita quotidiana e formidabile di tutte le ragazze, che hanno capito che dovevano fidarsi di noi, perché quanto erano abituate a fare non sarebbe bastato a un livello di competizione così alto. Il salto di qualità è arrivato insieme alla consapevolezza che leggerezza e superficialità ci avrebbero condannato a un Europeo fallimentare. Per diverse ragazze queste settimane di lavoro sono state pesanti ma alla fine siamo andati tutti nella stessa direzione. Credo si sia visto".

Cosa è successo nello spogliatoio alla fine di Italia-Francia, dopo la seconda sconfitta ma prima delle cinque vittorie che sono valse l'Oro?
"Nulla di memorabile. C'è stato un confronto, abbiamo messo la squadra di fronte all'evidenza dei fatti. Le ragazze hanno ascoltato e incassato e poi si sono parlate. Da quel momento tutte si sono messe al servizio della squadra rinunciando a qualcosa. Brave loro, perché non sempre si esce così forti e compatti da momenti critici".

Il giorno dopo a farne le spese è stata la Germania e in quel 74-33 era evidente un senso di liberazione, di rabbia repressa e finalmente sprigionata in campo.
"Esattamente. Sapevamo che non potevamo assolutamente perdere ma la paura si è trasformata subito in energia, quei 40 minuti ci sono serviti per fare un pieno di energia. E per lanciare segnali inequivocabili, dentro e fuori la squadra".

Le partite successive le Azzurre le hanno vinte tutte in volata, spesso in rimonta. Non può essere un caso.
"Non lo è. Dopo aver accorciato le rotazioni, in campo sono andate stabilmente otto giocatrici eppure nel finale siamo sempre stati più lucidi ed efficaci dei nostri avversari. Lo scorso anno sprecammo diverse occasioni in semifinale con la Serbia, poi persa all'overtime, proprio gestendo alcuni possessi con sufficienza. Quest'anno non è mai successo e anzi nei finali di gara le ragazze hanno avuto la conferma che applicando il nostro sistema il risultato sarebbe arrivato".

Eccellente il lavoro di tutto lo Staff.
"Non può che essere così, quando vinci vuole dire che gli incastri sono stati perfetti. Ringrazio tutti i componenti del mio staff col quale mi sono confrontato sempre, in certe occasioni anche aspramente. Ad esempio, il lavoro del preparatore fisico Davide Rocco credo sia stato sotto gli occhi di tutti. Questo Oro appartiene anche a Umberto Alliori, costante e saggio riferimento tecnico per me. Ma anche a Giuliano Stibiel, che quest'anno non era con noi ma che è sempre rimasto legato alla squadra. E poi i due miei assistenti: Massimo Romano, trait d'union per l'Under 20 da tanti anni e fondamentale con la sua calma molto partenopea. Ninni Gebbia, la cui esperienza e pacatezza sono risultate un fattore prezioso. E poi tutti gli altri nessuno escluso, a cominciare da Michele Dall'Ora, video-analyst suggerito da Marco Crespi e che in pratica durante l'Europeo ha passato tutte le notti a studiare le nostre avversarie".

Un Europeo indimenticabile.
"Bello e Sofferto, poi anche vinto e quindi indimenticabile. Siamo stati più forti delle defezioni e degli infortuni e alla fine abbiamo vinto anche perché le 12 che erano a Klatovy hanno dimostrato di avere un fuoco dentro che altre evidentemente non avevano".

Cosa resta, in fondo, di questo Europeo?

"Tante immagini. Ma soprattuto le Stories che sta mettendo ora Chicca su Instagram...".

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